LEGO: anniversari, record e curiosità di un mito
12 Gen 2018 - Curiosità, Magazine
Scrivere un buon articolo sui mattoncini LEGO® è difficile quanto dire qualcosa di originale sull’alfabeto latino. Tutti abbiamo un’esperienza in materia, perché LEGO è presente nelle nostre case da moltissimi anni. Ma quanti, esattamente?
LEGO: anniversari modulari.
Il concetto di “sistema” è così radicato nell’azienda che persino gli anniversari sono modulari. Qui indichiamo 4 milestone principali, ma ce ne sarebbero molte altre.
100 anni d’impresa.
La nascita della LEGO si potrebbe far risalire al 1916, quando Ole Kirk Kristiansen – un falegname danese – iniziò la sua attività a Billund producendo mobili e arredi di legno. Consiederando il 1916 come data di fondazione, nel 2016 la LEGO avrebbe compiuto 100 anni (1916-2016).
85 anni di marca.
Ma la timeline del sito ufficiale parte dal 1932, da quando – cioè – l’azienda di Kristiansen assunse il nome “LEGO”. Infatti, seguendo questa data, il 10 agosto 2017 l’account Twitter festeggiava l’85° compleanno (1932-2017).
60 anni di Mattoncino.
Una data certa e cara alla LEGO (come attestano alcuni set celebrativi) è il 1958, anno dell’invenzione del mattoncino modulare, per come lo conosciamo adesso. Il 28 gennaio 2018, quindi, il brand ha festeggiato i 60 anni di mattoncino (1958-2018).
40 anni di Technic.
Sempre nel 2017, invece, ha compiuto 40 anni il tema Technic, come segnala il mattoncino speciale all’interno del set 42063 la BMW R 1200 GS Adventure (1977-2017).
Today we celebrate our 85th birthday!? What’s your most cherished LEGO memory?? #LEGO85 pic.twitter.com/EwWbg9ehHU
— LEGO (@LEGO_Group) 10 agosto 2017
LEGO, oggi.
Ok, i mattoncini erano un’enorme innovazione rispetto a una papera di legno, ma hanno ancora senso? Secondo noi sì, perché i mattoncini LEGO non sono giocattoli qualsiasi. Sono veri e propri elementi modulari di una grammatica che si parla con le mani. Per questo, forse, nonostante i cambiamenti sociali e tecnologici, è difficile trovare case (o asili, o scuole) in cui non ci sia neanche un mattoncino.
“La mano è organo dell’intelligenza” – Maria Montessori
Un’esperienza formativa.
Montando i set in scatola si può giocare. Con i mattoncini “sfusi” si può creare. Ci sono addirittura artisti che hanno scelto di usare solo mattoncini come mezzo espressivo. Per capire le istruzioni dei set non serve saper leggere. Le istruzioni si possono seguire, si possono ignorare, si possono addirittura migliorare. Non ci si pensa, magari, ma sono tutti punti di forza colossali.
Uno strumento didattico.
Si possono usare i mattoncini LEGO per trasferire un sacco di nozioni utili: l’aritmetica, i rudimenti di geometria, gli insiemi, le frazioni. Certo, forse è più divertente rincorrersi per casa brandendo un’astronave e gridando “PEW! PEW!”, ma ci siamo capiti.
I record LEGO:
- 400 miliardi di mattoncini prodotti;
- 60 mattoncini per ogni abitante della terra;
- Solo 18 mattoncini su un milione sono difettosi;
- 915 milioni di possibili assemblaggi per 6 mattoncini 2×4;
- 13.000 euro il singolo mattoncino più costoso;
- 380 milioni di pneumatici prodotti in un anno;
- 7 mattoncini prodotti ogni secondo;
- 4 miliardi di minifigures prodotte.
La svolta ecologica.
Va detto che, sotto a questi numeri, sta un’impressionante montagna di plastica che potrebbe impensierire le persone più attente all’ecologia. È vero, però, che i mattoncini LEGO, diversamente da altri prodotti o imballaggi, durano una vita e passano di generazione in generazione. Ed è altrettanto vero che nel 2015 la LEGO ha annunciato un investimento di 1 miliardo di corone danesi (circa 134 milioni di euro) nella ricerca di materiali alternativi all’attuale ABS.
Sempre restando in tema di ecologia, LEGO ha già raggiunto di un importante traguardo: dopo 4 anni e 6 miliardi di corone danesi investiti (più di 800 milioni di euro) il 100% dell’energia sfruttata dall’azienda proviene da fonti rinnovabili. Anche queste, sono cifre da record.
Curiosità LEGO:
Il nome LEGO.
Come avrete notato, il fondatore dell’azienda non si chiamava Ole Kirk Legonsen e, quindi, ci sembra giusto ricordare che la parola “LEGO” è contrazione della frase danese “Leg Got” che significa “Gioca Bene”. Un nome breve, memorabile, esportabile. Ha anche una similitudine con il verbo latino “Lĕgo”, ma non era voluta/cercata e – a dire il vero – appare un po’ stiracchiata anche a noi italiani (che, diversamente dai danesi, parliamo una lingua neolatina).
Ah, sì, non dite mai “Una costruzione realizzata con i LEGO”, ma “Una costruzione realizzata con i mattoncini LEGO”. Ci restano male, su a Billund, se confondete l’azienda con il prodotto. Pare sia una questione cruciale.
Il motto LEGO.
Una cosa certa è che la “qualità” fosse – fin dall’inizio – valore fondante per LEGO. Se oggi, un mattoncino in ABS con 60 anni di gioco effettivo alle spalle s’incastra ancora perfettamente con il suo corrispettivo, è merito di questa filosofia nascosta nel nome del brand e riassunta nel motto del fondatore.
“Solo il meglio è abbastanza” – Ole Kirk Kristiansen
Non si gioca alla guerra.
Giochi buoni, utili ed educativi. Così dovevano essere quelli prodotti da LEGO. Per questo motivo e per precisa volontà del fondatore non ci sono e non ci sono mai stati set LEGO sul tema della Guerra. Ma c’è un ma. Anzi due.
L’eccezione stellare.
Nel 1999 il legittimo desiderio di Kristiansen è stato fantasiosasmente aggirato con l’avvio alla produzione dei set su licenza Star Wars, oggi uno dei temi più reddittizi del catalogo: sembra un’ecezione accettabile, perché – dopotutto – un Blaster DL-44 (quello di Han Solo) non assomiglia per niente a una Mauser C-96. O no?
La variabile Jones.
Un altro consistente strappo alla regola è stato fatto nel 2008, quando LEGO ha introdotto il tema Indiana Jones. Qui non c’è neanche la scusa della fantascienza: siamo negli anni ’30 del secolo scorso, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Nei set LEGO di Indiana Jones ci sono aerei, sidecar, mitragliatori, camionette e questi qui sono inequivocabilmente soldati Nazisti.
Nostalgia dei soldatini.
Poi c’è tutto il mondo legato agli AFOL e alle loro MOC (non hai idea di cosa sia una MOC? Leggi il glossario LEGO) non ufficiali, ma questo è tutto un altro paio di maniche: qui ci sono riverberi di soldatini, miniature, diorami, ferro-modellismo.
LEGO e futuro:
Mattoncini digitali.
Come può un’azienda che ha basato la propria fortuna su un sistema di mattoncini modulari a incastro affrontare i rischi e le opportunità che il mondo digitale rappresenta? Ad esempio, differenziando target e prodotti con più di 50 titoli per computer e console, due film per il cinema (con un terzo in uscita nel 2017), decine di titoli per la TV (ad esempio su Netflix), un canale youtube con 7 milioni di iscritti, più di 30 app per iPhone e una lista di progetti digitali che si allunga di ora in ora.
Una continua ibridazione.
Oggi LEGO propone una costante ibridazione tra reale e virtuale, fisico e digitale. Ci sono dinamiche abbastanza semplici, come i codici sulle confezioni che sbloccano contenuti extra fruibili in rete; ci sono meccanismi commerciali diabolici come Dimension, che prevede interazione tra determinati giocattoli fisici e videogioco; si arriva a Worlds (rilasciato a marzo 2017) che, con la sua struttura sandbox, potrebbe competere sia con i mattoncini reali, sia con il più noto Minecraft. Se l’obiettivo era estendere l’esperienza di gioco, diciamo che ci sono riusciti.
Mettere a sistema l’idea di sistema.
Con alti e bassi, oggi LEGO è stabilmente tra le tre prime compagnie di giocattoli al mondo (con Hasbro e Mattel), perché ha saputo superare periodi di crisi (nel 2003), ma – soprattutto – è stata in grado di capitalizzare i propri successi. Già, perché l’idea di produrre non semplici giocattoli (come Barbie o G.I. Joe, per intenderci), ma di “creare un sistema” è, a sua volta, diventato sistema.
“Non è un gioco: è un sistema altamente sofisticato di mattoncini a incastro” – The LEGO Movie
E così, successo dopo successo (citiamo solo DUPLO®, Technic, MINDSTORMS®) e una marea di licenze dell’universo POP acquistate (Harry Potter, Mickey Mouse, The Simpson, Ghostbuster, Il Signore degli anelli, Cars, Pirati dei Caraibi, ecc.) la LEGO continua ad assestare colpi di genio, come le Serie di Minifigures collezionabili (dal 2010, stanno per rilasciare la 19ª serie).
Leadership attenta.
Anche quando insegue, LEGO cerca di migliorare. È accaduto nel 2015 con Dimension che deve molto allo Skylanders di Activision (2011). Oppure nel 2017 con le BrickHeadz che sono evidentemente nello stesso comparto dei prodotti POP Funko, ma costano meno, sfruttano licenze già in essere (Marvel-Disney) e si propongono a un enorme bacino di fan storici.
Insomma, dopo 100 anni d’impresa, 85 anni di marchio e 60 anni di mattoncini, la LEGO stessa appare come un enorme contenitore di idee modulari: se resterà nelle mani dei costruttori giusti, pare plausibile la realizzazione di qualsiasi cosa, il superamento di ogni crisi, il raggiungimento di nuovi traguardi.
Per saperne di più su LEGO:
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