Caruggi Street food
10 Lug 2018 - Enogastronomia, Magazine
Street food forever.
Sarà perché consente di ottimizzare i tempi, ormai necessità assoluta, facendo confluire nella pausa pranzo movimento e alimentazione.
Sarà perché consente di assaggiare le tipicità locali senza ingolfarsi in un’unica soluzione al tavolo del ristorante.
Sarà semplicemente perché è divertente e incuriosisce girare per le strade della città addentando un panino o spiluccando da un cartoccio.
Fatto sta che lo street food è sempre più gradito, un po’ ovunque.
Mangiar per caruggi.
Avrete già assaggiato lasagne al pesto, moscardini affogati e bavarese alla panera nel ricco catering offerto dall’organizzazione del congresso. Adesso, smesse le vesti professionali, vi meritate la giornata libera e vi mettete in modalità turista. Ecco che cosa vi offre il Centro Storico, se volete gustare cibo a Km 0 mentre vi godete la bellezza dei vicoli genovesi: i caruggi.
Le proposte sono ovviamente molte e varie. Appena usciti dal Porto Antico vi trovate davanti ai portici di Sottoripa (i più antichi porticati pubblici di cui si abbia conoscenza in Italia!). Cogliete al volo una panoramica della palazzata che si svolge con belle tinte verso ovest e inoltratevi sotto le volte. Un tempo qui il mare lambiva le fondazioni delle case.
Di fronte a una delle più fornite pescherie della zona, con banchi dai colori vividi che certi giorni sembrano uscire dalla Vucciria di Guttuso, c’è un locale a tema pesce (fresco). Potete scegliere tra diverse farciture per i vostri originali panini al sapore di mare. Noi vi consigliamo di munirvi di un cartoccio di pesce fritto, che sia un misto o le semplici, deliziose acciughe, e attingervi mentre proseguite sulle tracce del Medioevo.
Forno a legna e olio bollente.
Un centinaio di metri più avanti vi trovate al cospetto di una delle più vecchie sciamadde, ovvero friggitorie. In fondo allo stretto locale, il forno a legna manda bagliori, anche d’estate quando fuori ci si squaglia.
Sbirciando tra la muraglia di avventori in attesa di essere serviti, potrete ammirare piatti colmi di anelli di totani, di latterini che qui si chiamano pignurìn, di panissette.
Ma anche girando verso levante e risalendo i caruggi troverete altre friggitorie, con i loro testi (grandi tegami di rame) di farinata, i cuculli (piccole frittelle tonde e soffici), le torte di verdura.
E alcuni “templi del panino” dove potrete comporre il vostro scegliendo da una quantità inesauribile di vaschette contenenti affettati e sottoli, verdure, formaggi e salse.
We are the world.
Ma dal momento che Genova è aperta alle contaminazioni etniche, se prendete per una qualsiasi delle strade che risalgono dal mare vi troverete in difficoltà a scegliere tra le tante proposte. Tra Via San Lorenzo, Canneto il Lungo, Via dei Giustiniani, Via di Ravecca e un po’ ovunque nella zona, potete soddisfare curiosità e palato.
Le hamburgerie spopolano, da quelle cool dove potete ordinare col tablet, a quelle gettonatissime dagli studenti in virtù del rapporto dimensioni panino/prezzo.
Ma c’è anche il panino con le polpette al sugo, quello con gli straccetti di pollo ruspante con salse varie, quello con le acciughe fritte. Ci sono le focaccine fritte farcite, gli arancini, la pizza e la pinsa. E le jacket potato, i souvlaki e ovviamente il kebab.
Ma ritorniamo ancora al cibo di strada locale. Come resistere a una fetta di torta di riso o di torta pasqualina, alla focaccia col formaggio, al latte dolce fritto?
Come non lasciarsi tentare dalla regina dello street food genovese, così semplice e così straordinaria: la focaccia?
Gustatela appena sfornata, respiratene la fragranza, percepitene la croccantezza ad ogni morso. Come scriveva un grande scrittore ligure, Vittorio G. Rossi:
Bisogna mangiarla camminando lentamente, come se si pensasse alla fondazione del mondo; e non si deve pensare a niente, solo alla focaccia che si sta mangiando.
E se si è in vista del mare, è meglio ancora: la focaccia allora si condisce anche di mare.